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Mediterraneo: il naufragio di sabato evidenzia l’urgente necessità di fare di più per salvare vite

Foto OIM 2021

Ginevra 19 dicembre - Il naufragio di un barcone al largo delle coste libiche avvenuto sabato e costato la vita a 61 migranti ricorda come sia necessario che gli Stati affrontino con urgenza il dramma del crescente numero di vittime di quella che è la traversata più pericolosa del mondo e dove quest'anno sono morte 2.571 persone.

"Quello che è successo nel fine settimana al largo delle coste libiche è oltremodo straziante; nessun essere umano dovrebbe affrontare un’esperienza del genere", ha dichiarato la Direttrice Generale dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), Amy Pope.

"Questa tragedia, avvenuta appena due giorni prima che delle celebrazioni della Giornata internazionale del Migrante, è un'ulteriore prova dei rischi che le persone sono disposte a correre nel tentativo di migliorare le loro vite, e dimostra al contempo come sia un nostro obbligo comune quello di trovare percorsi migliori e più sicuri per le persone in movimento".

Secondo il Progetto Missing Migrants Scomparsi (MMP) dell'OIM 28.320 uomini, donne e bambini sono morti o scomparsi nel Mar Mediterraneo dal 2014. Quasi il 90% (2.271) delle persone morte o scomparse nel 2023 - il numero più alto registrato dal 2017 - stava attraversando la rotta del Mediterraneo centrale.

I ritardi nei soccorsi operati dagli Stati e il calo delle operazioni delle ONG lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono stati fattori importanti che hanno causato un numero più alto di vittime.

L'OIM ribadisce il proprio appello agli Stati a ridefinire le priorità e a rafforzare la cooperazione nelle operazioni coordinate di ricerca e soccorso (SAR) e ricorda inoltre che tutte le imbarcazioni, comprese le navi commerciali, hanno l'obbligo legale di prestare soccorso alle imbarcazioni in difficoltà e sostiene la necessità di un'azione comune per smantellare le reti criminali dei trafficanti e perseguire i responsabili dell’organizzazione di queste traversate letali.

Tra gli incidenti più gravi registrati quest'anno, ricordiamo quello che ha coinvolto un peschereccio con a bordo migranti diretti verso l'Europa e che si è rovesciato è affondato al largo delle coste della Grecia a giugno. Quella tragedia provocò almeno 86 morti e 510 dispersi e rappresenta uno dei più gravi disastri mai avvenuti nel Mediterraneo.

Il numero di morti documentate è probabilmente inferiore rispetto al vero numero di vite perse nel Mediterraneo. Il Progetto Missing Migrants indaga regolarmente sulle segnalazioni di naufragi invisibili - casi in cui le imbarcazioni vengono date per disperse, ma non si hanno notizie di sopravvissuti - e sulle operazioni SAR.

L'OIM chiede di agire per sfruttare il potenziale che la migrazione e i migranti possono fornire per contribuire a risolvere i problemi globali che il mondo si trova ad affrontare oggi, tra cui sviluppo economico e cambiamento climatico. Per fare questo è innanzitutto necessario salvare le vite umane e promuovere rotte migratorie regolari.

 

Per informazioni:

Roma: Flavio Di Giacomo, Portavoce, Tel: +393470898996, email: fdigiacomo@iom.int  

Cairo: Tamim Elyan, email: telyan@iom.int 

Tripoli: Giacomo Terenzi Head of Programme Development, Tel +218 0919205985 email: gterenzi@iom.int  

Bruxelles: Ryan Schroeder, Portavoce, Tel: +32492250234, email: rschroeder@iom.int  

Berlino: Jorge Galindo, Tel: +4915226216775, email: jgalindo@iom.int