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Chi siamo
Chi siamoL'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa parte del Sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, fondata nel 1951 al fine di promuovere una migrazione umana e ordinata che possa portare benefici a tutti. Attualmente ha 175 stati membri ed è presente in oltre 100 paesi. L'Italia è uno dei paesi fondatori dell'OIM.
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OIM Global
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Cosa facciamo
Cosa facciamoIn quanto principale organizzazione intergovernativa che dal 1951 è impegnata nella promozione di una migrazione umana e ordinata, l'OIM svolge un ruolo chiave nelle attività di sostegno al raggiungimento dell'Agenda 2030, lavorando sia nel campo dell'assistenza umanitaria sia nell’ambito dello sviluppo sostenibile. La Missione dell’OIM di Roma ha un ruolo di coordinamento per i paesi del Mediterraneo.
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L’OIM ROMA PROPONE NUOVE MISURE PER RILANCIARE LE POLITICHE SU MIGRAZIONE E LAVORO
14 febbraio 2014 - Semplificazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, lotta allo sfruttamento lavorativo e facilitazione del ritorno volontario per i lavoratori disoccupati: l’OIM Roma indica - in una serie di proposte da condividere con le istituzioni italiane - i 3 punti cardine intorno ai quali far ruotare una politica su migrazione e lavoro coerente e in grado di superare le criticità che ancora si riscontrano in Italia.
L’OIM ROMA PROPONE NUOVE MISURE PER RILANCIARE LE POLITICHE SU MIGRAZIONE E LAVORO
“L’organizzazione condivide l’idea, lanciata dal Ministero del Lavoro, di sviluppare una forte ed efficace nuova politica sul tema”
14 febbraio 2014 - Semplificazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, lotta allo sfruttamento lavorativo e facilitazione del ritorno volontario per i lavoratori disoccupati: l’OIM Roma indica - in una serie di proposte da condividere con le istituzioni italiane - i 3 punti cardine intorno ai quali far ruotare una politica su migrazione e lavoro coerente e in grado di superare le criticità che ancora si riscontrano in Italia.
“Il rapporto tra migrazione e lavoro” afferma José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, “è da sempre un tema molto delicato, che, come dimostra il Referendum tenutosi in Svizzera qualche giorno fa, può portare all’adozione di politiche di chiusura, per mantenere lo status quo e tentare di fermare il fenomeno migratorio o - come da anni sostiene l’OIM - può essere affrontato adottando politiche di apertura, che riconoscano il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale e i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea.”
“Anche in Italia esistono a tal proposito diverse problematiche, che vanno affrontate in maniera comprensiva - proprio in un periodo di forte difficoltà come questo. In questo contesto l’OIM esprime apprezzamento per il rilancio di una nuova politica sul tema da parte del Ministero del Lavoro.”
Le proposte introducono elementi innovativi, quali il rilascio di un permesso di soggiorno a tempo per ricerca lavoro, che consenta a un numero prestabilito di persone - in grado di prestare una garanzia finanziaria e disponibili a farsi identificare - di entrare e cercare un impiego in Italia; la possibilità che i datori di lavoro possano richiedere un lavoratore dall’estero in qualunque momento dell’anno e la semplificazione delle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali dei migranti
Il secondo aspetto riguarda la necessità di potenziare la lotta allo sfruttamento lavorativo attraverso l’incremento del numero degli ispettori del lavoro e una maggiore frequenza dei controlli. In particolare l’OIM insiste sull’importanza di assicurare ai migranti che lavorano nel settore agricolo condizioni alloggiative dignitose anche attraverso l’utilizzo di strutture confiscate alle organizzazioni criminali o messe a disposizione dallo Stato. Una lotta che potrebbe passare anche attraverso l’emersione di situazioni di irregolarità e la previsione di incentivi o sgravi fiscali in favore degli agricoltori che assumono in maniera regolare.
Infine, la facilitazione del rientro volontario in patria di migranti disoccupati in Italia, soprattutto verso quei paesi che hanno adottato politiche o servizi di assistenza al rientro e/o agli investimenti dei propri cittadini all’estero e la possibilità che i migranti riscattino almeno in misura parziale e pro quota i contributi versati in un’ottica di sostenibilità del loro ritorno in patria.
“Queste misure”, conclude Oropeza, “oltre a porre l’accento sulla necessità di rispettare i diritti umani dei migranti, potrebbero contribuire a risolvere molti dei problemi che hanno caratterizzato il rapporto tra migrazione e mercato dell lavoro degli ultimi anni rendendolo più flessibile e adattabile ai mutamenti economici dell’Italia e dei paesi di origine”.
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Per informazioni:
Flavio Di Giacomo (OIM Roma) + 39 06 44186207 fdigiacomo@iom.int